Tempietto di San Giacomo a Vicovaro
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- Categoria: Arte e Monumenti
- Pubblicato: Martedì, 05 Agosto 2008 22:50
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La Cappella di S. Giacomo, nota anche come Tempietto di San Giacomo (in dialetto San Gnaco) , la più bella testimonianza del passato splendore di Vicovaro è considerata, non a torto, uno dei più significativi esempi architettonici e scultorei del periodo di transizione (sec. XV) che questa zona presenti.
L'edificio, voluto da Giovanni Antonio Orsini (+1456) Signore di Vicovaro e Conte di Tagliacozzo per farne un sacello destinato a ricevere le tombe della "Ursina progenies", venne dedicato ad un Santo, Giacomo, di cui da generazioni gli Orsini di questo "ramo" portarono il nome.
Venne costruito proprio qui, a Vicovaro, uno dei luoghi più importanti dei feudi orsiniani: la sua posizione al limite tra lo Stato della Chiesa ed il Regno di Napoli, cui si saldava attraverso il passaggio di Tagliacozzo, ne faceva uno dei più prestigiosi e potenti luoghi lungo la Via Valeria.
L'ottagonale Cappella è posta di fronte alla chiesa di S. Pietro: un ricchissimo portale occupa il lato prospiciente la piazza dandogli un effetto di sontuosità ed eleganza.
La parte inferiore, opera di Domenico da Capodistria morto a Vicovaro verso il 1456, in un tardo gotico di sapore settentrionale, è composta da ventiquattro nicchiette, incorniciate da frontoni, pinnacoli, ghimberghe e colonnine, racchiudenti altrettante statuette di sante e santi a tutto tondo.
Invece la parte superiore, realizzata da Giovanni da Traù, il Dalmata, e dalle sue maestranze, - iniziata dopo il 1464 per volere di Giovanni Orsini, Arcivescovo di Trani, Abate di Farfa ed erede di Giovanni Antonio - è formata da un mirabile insieme, più scultoreo che architettonico, tipicamente rinascimentale: finte nicchie con bassorilievi dei Padri della Chiesa e degli Evangelisti; due tondi con l'arcangelo Gabriele e l'Annunziata ed una lunetta, incastonata in uno stupendo archivolto di Angeli, ospitante la Vergine ed il Bambino con ai lati i SS. Pietro e Paolo che presentano Napoleone e Roberto Orsini, fratelli dell'Arcivescovo Giovanni e Titolari della contea marsicana. Concludono il ricco prospetto della facciata: un timpano, con nel frontone due putti alati che sorreggono faticosamente l'emblema Orsini, e tre statue poste come acroteri.
Un leggero marcapiano, a poco più di un terzo dell'altezza, gira attorno alle facce marmoree dell'edificio avvolgendo le tre bifore a sesto acuto ed i pilastri, posti agli spigoli dell'ottagono, sostenti la trabeazione terminale e otto statue di Apostoli, sempre del Dalmata.
Completa il tutto, un attico intonacato racchiudente l'invaso della cupola a gradoni con nell'apice, controventato come una polena di una prua immaginaria, un Arcangelo Michele che brandisce la spada.