La Storia di Vicovaro
Vicovaro nell'era Antica - Vicovaro - Le tracce fuori dalla cinta muraria...
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- Pubblicato: Giovedì, 14 Agosto 2008 10:27
Indice articoli
Fuori della cerchia muraria:
- le quattro belle colonne in breccia che adornano il portico della già citata chiesa di S. Antonio che, a dire degli antichi scrittori, provengono dalla località "Quarto del Piano".
- i capitelli d'ordine dorico con interessante decorazione, assegnabili all'età dei Flavi, sembrano provenire da una villa in località "Fonte Parzio";
- il cosiddetto sarcofago di Meleagro, rappresentante la caccia del Cinghiale Caledonio. Bellissimo esemplare del periodo dei Severi - ritrovato nel 1871 in località Boccoccio su terreno proprietà Ottati ed ora conservato a Roma nella Sala del Camino del Palazzo dei Conservatori;- il sepolcro monumentale, al Km. 39,450 della via Valeria, dopo i "Ruderi di S. Carlo", località "Ficorone". Il sepolcro cilindrico poggiato su un plinto cubico era rivestito di travertino con cornicione marmoreo adornato di bucrani e festoni, già al Museo Lateranense ora, parzialmente ricomposto, al Vaticano nel Museo Gregoriano Profano;
- i ruderi dei già citati "Mammalocchi" con sostruzioni in "opus poligonalis" di villa rurale del periodo repubblicano, con ampliamenti di epoca tarda-romana, conosciuti anche come i "Ruderi di S. Pietro". Il Nibby vide erroneamente nella costruzione in poligonale le mura della città sabina Cameria.
- il sepolcro di Caio Maenio Basso, del I secolo d.C., i cui resti ritrovati nel 1821 furono riedificati, poco distante (esattamente al Km. 42,300 della Tiburtina Valeria) nel (1882 -83) su disegno de Enrico Manni e la direzione dell'allora Ispettore onorario, il marchese Alberto Del Gallo; - i grandiosi resti della "Aqua Claudia" e della "Aqua Marcia" i cui spechi traforano la rupe di S. Cosimato in un dedalo di gallerie. - molti resti di ville rurali e residenziali tra cui quella alla foce del Ronci; quella nella località "Perazzeto" (odierno "Campo Sportivo"; quella al "Prato della Corte" sulla Licinese; l'altra sulla sommità del Colle S. Vito presso l'omonima e distrutta chiesetta, ecc. - infine una discreta quantità di epigrafi e vari materiali architettonici e decorativi disseminati nella zona. ( Testi di Alberto Crielesi)