La Storia di Vicovaro

Vicovaro nel Medioevo

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Vicovaro - ...
Vicovaro - Palazzo Cenci Bolognetti - Maschio castello Orsini Vicovaro - Palazzo Cenci Bolognetti - Maschio castello Orsini
Nel periodo tardo-romano Varia decadde, il suo centro abitato si spopolò sino a ridursi ad un semplice villaggio (vicus) e le popolazioni si raccolsero intorno alle ville residenziali e rurali, nei "funda" facenti parte delle vaste "masse" (come ad esempio la "Mandelana", la "Jubenzana", ecc.).

 

A questo periodo appartengono le necropoli ritrovate nell'ambito dell'abbandonata cinta muraria, tra cui quella nella località "Porta Pei" nel 1968 e quella presso la chiesa di S. Salvatore, ed altre tombe, tutte ascrivibili ai secoli IV-V, ritrovate nei pressi di Vicovaro nelle località "Colle Ambu", "Pratarelle", "Ronci", ecc.

 

Il Cristianesimo penetrò in queste terre seguendo la Via Valeria, anche se le usanze pagane furono lente a morire. Sono assegnabili agli albori del cristianesimo i resti delle chiese rurali sorte come "corte dominica" dei "casales": S. Gennaro nel "fundo Cariniano", S. Maria in Pesale nel "fundo Antoniano", "fundo Rubeto" con la chiesa di S. Maria, ecc.

Nel "Liber Pontificalis", nel brano di storia inerente la vita di Papa Silvestro I (314-335) vengono elencati alcuni "fondi" in territori prossimi al Monte Lucretile, quindi vicini alla nostra località, donati dall'allora imperatore Costantino al "Titulum Equitii" (l'odierna chiesa romana dei Ss. Silvestro e Martino ai Monti): "…Statiano con rendita di 55 solidi (Stazzano?), Valeriano con rendita di 80 solidi, (Vicovaro-Mandela) ad Duas Casas con rendita 40 solidi (S. Maria delle Case - Roccagiovine) e Perciliano con una rendita di 80 solidi (Percile) …".

Il Monachesimo fiori in queste zone già dai secoli V-VI; grazie alla divulgazione di S. Equizio nacquero cenobi come quello dedicato ai SS. martiri Cosma e Damiano (S. Cosimato). E in questo sito, secondo la tradizione originata da un passo dei "Dialoghi" di S. Gregorio, avvenne il tentato avvelenamento di S. Benedetto eletto abate di questa comunità monastica.

Le invasioni dei barbari, le scorrerie prima di Totila nel 545 poi di Autari nel 589 e di Agilulfo, descritte in una lettera di S. Gregorio Magno a Gregorio vescovo di "Nomentum" (Mentana) e da Paolo Diacono finirono di inferire colpi mortali a queste località.

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Convento San Cosimato - Vicovaro Convento San Cosimato - Vicovaro
Ma più terribili furono le devastazioni compiute dai Saraceni, prima durante il pontificato di Gregorio IV (827-877), poi in quello di papa Giovanni VIII negli anni 876-877. Sotto il pontificato di Giovanni X (916-929) le orde saracene furono battute prima nella Valle del Baccano (Campagnano) poi, secondo una tradizione riportata dal Nicodemi e da un antico manoscritto, nel "Campo di S. Cosimato".

Al secolo XI risale verosimilmente, l'incastellamento di Vicovaro sorto su quella che fu la cittadella di Varia, per volere dei Crescenzi-Ottaviani di Sabina, una consorteria laica che aveva occupato lo spazio politico già appartenuto alla decaduta abbazia vicovarese dei Ss. Cosma e Damiano fiorita maggiormente nel sec. X.

Ed è nel 1140 che per la prima volta troviamo testimoniato in un documento il toponimo odierno di Vicovaro: l'atto ci riferisce l'avvenuta occupazione, qualche anno prima, della chiesa di S. Cosimato, importante punto strategico nella Valle dell'Aniene, da parte dei tiburtini: "… et tiburtinis qui tenent castrum Sancti Paoli et ecclesiam S. Cosme de Vicovaro…".


 

Il 7 luglio del 1143 i tiburtini, ribellatisi a Roma, furono solennemente sconfitti a Quintiliolo presso Tivoli.

Il papa Innocenzo II (1130-1143) li obbligò a restituire i castelli di Boverano ed Empiglione all'Abbazia di Subiaco, e S. Polo e S. Cosimato all'abbazia di S. Paolo di Roma, legittimi proprietari, ordinando agli sconfitti di difendere, con un solenne giuramento, i diritti della Sede Apostolica su tutti gli altri castelli già conquistati dai tiburtini e facenti parte della "Regalia Beati Petri", tra questi "…Pontis Lucani, Vicovarium, S. Polum…".

È di questo periodo la costruzione quadrangolare, già fortilizio, prossima alla chiesa del SS.Salvatore, edificata con la tecnica "a tufelli rettangolari".

Sotto il pontificato di Celestino III (1191-1198), Vicovaro venne concesso dal Papa ai suoi nipoti insieme con Bardella e Cantalupo (l'odierna Mandela) a titolo di pegno: il "diploma" è citato nelle "Gesta Innocentii III".

Gli Orsini ampliarono l'abitato e lo fortificarono ulteriormente al punto che dai cronisti del sec. XIII era ritenuto una rocca imprendibile, di grande importanza strategica nelle guerre per la conquista del Regno di Sicilia da parte di Carlo d'Angiò. L'opinione della sua inespugnabilità era ancora molto viva nei secoli posteriori tanto che parecchi scrittori, come il Merula, lo definirono un "… castrum Vicovarii cum natura loci, tum opere munitissimum" o come nella descrizione fatta dal Campagna: "… Vicovaro, passo importante ai confini del Regno di Napoli, onde era solito dire il Card. Granvela che bisognava che il Re di Napoli fosse amico di chi possedesse Vicovaro…" .

Vicovaro Te...
Vicovaro Tempietto San Giacomo Vicovaro Tempietto San Giacomo

Al 29 ottobre del 1273 gli allora Signori di Vicovaro, Francesco e Giacomo di Napoleone, e Matteo Orso Orsini concedettero alla Comunità di questo castello gli statuti comunali tra i più antichi del genere. Nel 1378, l'8 aprile, durante i tumulti che scoppiarono a Roma per l'elezione di Urbano VI, il Cardinale Giacomo Orsini fratello di Giovanni e Rinaldo, dei conti di Tagliacozzo, Signori del luogo, fuggì da Roma e riparò nel castello di Vicovaro, ove - secondo alcuni - morì di crepacuore… il 15 agosto 1379.

Nel 1456 agli Orsini di Tagliacozzo, ramo estinto con Giovanni Antonio, subentrarono quelli di Bracciano con il cardinal Latino, Giovanni, abate commendatario di Farfa ed Arcivescovo di Trani, Napoleone e Roberto. A Giovanni Antonio Orsini, si deve l'erezione della Cappella di S. Giacomo che l'erede l'arcivescovo Giovanni fece portare a compimento nella sua parte scultorea.

(Testi di Alberto Crielesi)

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