La Storia di Vicovaro

Vicovaro e i suoi Statuti

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Lo Statuto del 1273


Nell’ottobre 1273,  il giorno 29, i fratelli Francesco, Giacomo Napoleone e Matteo Orsini feudatari di Vicovaro e l’Università degli uomini vicovaresi firmarono la Charta Libertatis fissando diritti e doveri delle parti.

Lo statuto, scritto in latino, fu sottoscritto nella corte del castello alla presenza al giudice e notaio Raynerio , di altri notabili e personaggi autorevoli della zona tra cui il Vescovo “Giacomo” di Tivoli.

La stipula del documento fu seguita dal giuramento delle parti. La presenza di tali personaggi rivela l’importanza del documento.

 

Il testo è composto di 41 Capitoli dove vengono elencati gli obblighi del vassallaggio, le immunità e le libertà concesse.

In un così articolato statuto non vengono inseriti i reati e le relative pene.


Questo statuto, uno dei più antichi della Provincia di Roma, mette in evidenza come nel momento in cui nascevano le prime comunità Comunali in tutta l’Italia Vicovaro era ancora sottoposta ai propri feudatari.

L’amministrazione era delegata alla curia ed al Visconte rappresentante degli Orsini. Gli obblighi a cui erano tenuti i vicovaresi erano quello di contribuire alla costruzione delle difese in caso di guerra e dovevano combattere con il signore o con chi era mandato al comando del castello.

Altri obblighi erano legati alla prestazione di lavoro o dell’uso di animali da soma oltre alla cessione di un capo ogni cento posseduti.

 


Lo Statuto integrativo

 

La mancanza di indicazione dei reati e delle pene venne recuperata nel corso del tempo con lo statuto integrativo. Di difficile datazione si presuppone sia stato scritto dalla metà del '400 ai primi anni del '600.

Estremamente severo indica le multe e le pene a cui devono essere sottoposti i rei. A confronto con statuti simili dei paesi limitrofi si evidenzia una particolare asprezza.

Sono indicate multe per i bestemmiatori e per coloro che lavoravano nei giorni festivi. In base al furto ed al momento in cui venive perpretato erano stabilite multe e pene corporali:

furto di frumento - taglio della mano

furto di un maiale - taglio di un orecchio

furto di cavallo - accecamento ad un occhio

 

Originale e crudele la pena per chi rubava un attrezzo agricolo, che come possiamo immaginare aveva un particolare valore un una società totalmente agricola: inchiodamento per un orecchio alla porta del castello per un giorno intero.

Il furto nelle abitazioni veniva punito con l'impiccagione o con il cavare gli occhi.

Altre pene erano previste per l'adulterio, la violenza sessuale (taglio del piede) e la pratica delle "fatture".

Da notare anche una forma di protezionismo per il vino. Infatti era vietato vendere vino che provenisse da fuori Vicovaro fin quando quello prodotto nel paese non fosse terminato.

 

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