Personaggi di Vicovaro

Don Angelo Francorsi - Racconti e testimonianze di fatti meritevoli di attenzione

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Un giorno Don Angelo si recò a Roma, come faceva sovente, per espletare pratiche necessarie a reperire fondi per le sue iniziative sociali . Si imbatteva spesso in mendicanti; egli non aveva certamente molta disponibilità, ma uno di questi insisté talmente che il sacerdote gli diede i pochi spiccioli conservati per il viaggio di ritorno in paese.

Dopo aver terminato i compiti per i quali era venuto a Roma , pensò di recarsi al Ministero Della Difesa in cui lavorava il cognato, per avere dei soldi per il viaggio di ritorno, come aveva fatto altre volte quando si era trovato in difficoltà nella capitale. Nei pressi di ponte S. Angelo, incontrò un lnentecatto che gli infilò una mano nella tasca della tonaca e scappò via.

Don Angelo, piuttosto sorpreso, pensò che volesse nlbargli ciò che in realtà non aveva , cioè i soldi. Egli mise istintivamente la mano in tasca e , con sua grande sorpresa , si accorse di avere del denaro in tasca , giusto quanto necessario per il viaggio di ritorno.

Senza porsi troppe domande, ringraziò ancora una volta il Signore che aveva provveduto a quanto necessario per poter continuare la sua opera di solidarietà umana. Racconta un certo Signor Giovanni , gestore di un'osteria situata all'ingresso del paese di Pozzaglia, che un pomeriggio d'inverno vide arrivare Don Angelo dalla strada mulattiera che conduceva a Montorio, (un paesino di montagna distante poco più di 2 chilometri da Pozzaglia) " Don Angelo aveva tra i suoi compiti quello di recarsi a dir messa nel piccolo paese menzionato in quanto lo stesso privo di sacerdote", sempre a piedi e solitamente accompagnato da qualche chierichetto che a quel tempo esistevano in tutte le parrocchie dei nostri paesi , e che oggi purtroppo queste buone abitudini sono pressoché scomparse tra i nostri ragazzi.

Ritornando a quel giorno,racconta ancora il Signor Giovanni, essendo caduta molta neve il Prete rinunciò alla compagnia dei ragazzi chierici in quanto le loro mamme giustamente preferirono tenerli in casa e andò solo a compiere il suo dovere ecclesiale.

Alla vista di Don Angelo che arrivava totalmente zuppo di acqua nevosa la lunga tonaca imbiancata di neve e con l'aspetto piuttosto stanco e agitato, gli domandò se fosse incappato in qualche lupo ( ben sapendo che non era raro tale incontro in quella zona nel periodo invernale) Don Angelo si fermò a riprender fiato nel locale accogliente di Giovanni e gli raccontò che, effettivamente aveva incontrato un lupo lungo la strada di ritorno il quale gli aveva sbarrato la via ringhiando furiosamente .

" Mi sono fermato -disse- e non sapendo come comportarmi fissavo l'animale negli occhi e per un periodo di circa un quarto d'ora siamo rimasti in questa situazione critica per me e avevo timore , ma non eccessivamente paura; ho continuato a guardarlo negli occhi, al che il lupo, forse infastidito dal riflesso della luce del tramonto che batteva contro le lenti dei miei occhiali , ha perso la sua aria feroce e se ne è andato lasciandomi la via libera e quindi la passibilità di tornare a casa".

L'oste ascoltò attentamente il racconto di Don Angelo , si rallegrò dello scampato pericolo del suo stimatissimo parroco e nello stesso tempo, riflettendo su quanto appena ascoltato, si convinceva che Don Angelo ancora una volta dimostrava di essere un prete "non comune".

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